RUBRICULT: L’OMBRA DI CARAVAGGIO

LUCI E OMBRE DI CARAVAGGIO

L’ombra di Caravaggio’ ricostruisce gli ultimi anni della vita del grande pittore milanese, in fuga da un’accusa di omicidio e braccato dall’Inquisizione per la sua arte ‘sacrilega’.

Michelangelo Merisi rientra a pieno diritto nel novero degli artisti innovatori. Le sue opere rappresentarono un netto punto di rottura nel tardo rinascimento, sia dal punto di vista tecnico che interpretativo. Rispetto alla Scuola manieristica, che riteneva artificiosa e fittizia, propose una dimensione umana e fedele alla realtà.

Luci e ombre di un maestro

Il Caravaggio, effettivamente, incarna una sorta di sintesi delle contraddizioni umane: genialità e follia, talento e violenza, fede e perversione. Coerentemente, luce e ombra sono il filo conduttore di tutti i suoi dipinti e la pellicola, a partire dal titolo, gioca spesso sull’ambivalenza di questo concetto.
L’ombra è, innanzitutto, il soprannome dell’Inquisitore incaricato dal Papa di valutare la condotta morale del pittore. Ma rappresenta anche l’inquietudine del protagonista che spesso sfocia in episodi di violenza, per i quali finirà ripetutamente in prigione. Infine, potremmo interpretare il titolo come un elogio alla tecnica pittorica che gli varrà l’immortalità: il chiaroscuro, di cui è assoluto precursore.

La ricerca del vero

Caravaggio, infatti, rivoluziona completamente l’utilizzo della luce come elemento scenografico: i corpi emergono dal buio, la materia sembra plasmarsi dal nulla.

Non a caso la fotografia del film vuole ricalcare lo stile del pittore: il regista Michele Placido indugia sapientemente sulla genesi delle opere più significative dell’artista. Nell’ordine, infatti, vengono rappresentate la Maddalena penitente, la Morte della Vergine, la Crocifissione di San Pietro, la Decollazione di San Giovanni Battista.

Questo espediente permette allo spettatore di comprendere il processo creativo di Caravaggio, apprezzando il vero elemento distintivo dei suoi quadri: la ricerca della verità. Per questo i modelli che sceglie sono prostitute, malati, ubriaconi: vive la propria fede nel tentativo continuo di avvicinare Dio all’uomo.

Caravaggio e l'Italia

Il protagonista frequenta insistentemente i bassifondi delle città, in compagnia degli abbietti e dei dimenticati, in modo da assistere direttamente alla sofferenza dell’essere umano. Per il pittore questo è l’unico modo per comprendere il vero significato della pietà di Dio.
Ufficialmente la Chiesa di Roma, unica depositaria del potere religioso sulla terra, condanna il lavoro di Merisi come blasfemo, bandendo le sue realizzazioni dai luoghi sacri. Nella realtà, invece, il potere ecclesiastico cedette spesso di fronte allo splendore delle sue opere, conservandole nelle proprie collezioni private lungo tutta la penisola.
Il Maestro infatti girò l’Italia in lungo e in largo: da Milano a Napoli, da Roma alla Sicilia. Tuttavia, a differenza di molti suoi contemporanei, i suoi spostamenti non furono un pellegrinaggio culturale, bensì una fuga senza tregua. L’eterna condanna di un personaggio tormentato.

La sensibilità dell'uomo

Caravaggio fu senza dubbio un pittore sublime attratto, però, da una vita dissipata e peccaminosa.
La pellicola comprende perfettamente come le discutibili abitudini di Merisi non possano essere etichettate semplicemente come difetti, essendo piuttosto sue caratteristiche imprescindibili. Quasi come se fosse necessario vivere il peccato per poterlo raccontare.

La sua esistenza, costellata di antinomie, è vissuta a cavallo tra luce e oscurità.
Esattamente come i suoi capolavori.