FANTASIE ECOLOGICHE: AVATAR 2 – LA VIA DELL’ACQUA
AVATAR 2 - LA VIA DELL'ACQUA: RITORNO SU PANDORA
Pandora è come un canto antico che scorre, come un fiume, come un song chord che ricorda quelli che non ci sono più, ma che hanno fatto parte di noi e sempre lo faranno.
Dopo circa tredici anni, il pubblico è tornato su Pandora, il pianeta dai colori spettacolari, dove la natura comanda, dove i na’vi occupano le terre con rispetto e gratitudine. Perché Eowa dà ed Eowa prende, come un circolo, eterno, di energia che viene concessa e ripresa.
Jack Sully e Neytiri sono ancora insieme e hanno costruito una famiglia: due maschi e due femmine. Proteggono il popolo, proprio come il capoclan, il padre della principessa Neytiri, aveva richiesto.
Sembra essere tutto in equilibrio e in armonia, ma l’essere umano non riesce ad averne riguardo: torna, con le macchine e la tecnologia.
Una tecnologia miope, però, perchè pensa solo ai bisogni dell’uomo e trascura il rispetto per l’ambiente.
Questa non sembra essere una priorità per la ‘gente del cielo’ – i terrestri – che decidono di tornare con più armi, con la volontà di colonizzare Pandora – e scacciare e “addomesticare” i nativi.
Una nuova luce nel cielo può voler dire solo una cosa: gente del cielo che torna.
Avatar 2 – La via dell’acqua porta la guerra verso il mare, con altri clan, altre creature. Pandora è un pianeta enorme, così come le tribù di coloro che lo abitano.
Jack Sully e la sua famiglia cercano asilo presso uno dei popoli dell’acqua e devono imparare tutto dall’inizio. Non sono più nella foresta, si trovano in mare, un mare che parla, se lo si sa ascoltare.
L’acqua non ha inizio o fine.
Il mare è intorno a te e dentro di te.
Il mare è la tua casa prima della tua.
Il mare prende e il mare dà.
L’acqua connette tutte le cose: la vita alla morte, il buio alla luce.
James Cameron ci riporta su Pandora, questa volta con un esercizio di design ancora maggiore. Avatar 2 – La via dell’acqua è visivamente come un bellissimo documentario sul pianeta Na’vi.
La qualità del 3D è talmente nitida da sembrare realmente qualcosa di reale, qualcosa che è intorno a noi. L’immagine è pulita, dettagliata, soprattutto nelle sequenze con i popoli dell’acqua, sotto il mare. Questo è il punto di forza della pellicola. Cameron è riuscito ad alzare ancora di più un’asticella già alta per i tempi di Avatar, il primo capitolo della saga.
Quello che scricchiola è, anche questa volta, la sceneggiatura, assegnata a Josh Friedman, Rick Jaffa, Amanda Silver e Shane Salerno. Avatar 2 – La via dell’acqua aggiunge personaggi, clan, storie di popoli tribali che dimostrano quanta connessione e rispetto si può instaurare con la natura e i suoi animali – il legame attraverso la treccia che avevamo visto già nel primo film, con gli uccelli, ma questa volta si crea con creature marine – che hanno empatia, intelligenza, volontà, interconnessioni che fanno rabbrividire il cervello umano, non all’altezza della loro profondità.
Difatti, la fauna di Pandora si arricchisce dei tulkun, balenottere enormi che però hanno un ruolo centrale. Anche qui, James Cameron riesce a denunciare, senza usare le parole ma solo sequenze di storia, la caccia alle balene. In realtà, può essere letto anche come un esplicito riferimento a Moby Dick.
I temi riproposti da Avatar 2 – La via dell’acqua sono ancora una volta l’ecologia, il riciclo, la famiglia – stavolta allargata – e la guerra. Sono ancora attuali, ancora più necessari, perché, dopo anni di pandemia, James Cameron ha nuovamente trovato una via primordiale per ricordarci chi siamo, da dove veniamo, in cosa dobbiamo impegnarci
Un altro punto su cui soffermarsi è sicuramente la durata: tre ore e venti minuti. Il ritmo della pellicola è incalzante, la bellezza delle immagini comunque intrattiene e, anche se la storia è scontata, non sarebbe corretto dire che sono uno scoglio insuperabile.
È possibile comunque godersi questo nuovo capitolo su Pandora sia in 3D che in 2D.
Un elemento interessante è legato a come il regista ripercorra alcuni dei suoi film, con piccole sequenze o riferimenti. Ad esempio, nell’ultima ora del film, Cameron riprende una delle scene iconiche di Titanic.
Avatar 2 – La via dell’acqua è un film che, per essere apprezzato appieno, va guardato al cinema.
Perchè non è solo un film. È un’esperienza.