UNA FRASE, UNA RIFLESSIONE: SOFTWARE – “Rimango dell’idea che serva un’idea”
IN PRINCIPIO ERA L’IDEA - “SOFTWARE” E IL VALORE DELLA CREATIVITA’
Oggi è molto semplice esplorare strumenti tecnici, conoscere programmi e ottenere attraverso essi buoni risultati, ma non bisogna mai dimenticarsi che, prima di tutto – come canta Francesco Gabbani in “Software” –, serve un’idea.
Eccola! La rubrica “Una frase, una riflessione” – annunciata all’apertura del blog – si è fatta attendere parecchio, ma adesso è finalmente arrivato il momento dell’avvio.
Per riprendere il filo di un discorso lasciato in sospeso per mesi, può essere utile reintrodurre nuovamente la rubrica spiegandone l’idea di partenza: estrarre una frase – da una canzone, da una scena cinematografica, da un’opera letteraria o da qualsiasi altro prodotto culturale – e costruire attorno ad essa un ragionamento o una riflessione.
Se questa è “l’idea” alla base della rubrica, non potevamo che inaugurarla parlando proprio dell’importanza delle idee, motore di qualsiasi opera creativa, lavorativa, politica, ma anche delle attività di tutti i giorni, da quella sportiva a quella conviviale.
Insomma, potremmo dire che “in principio era l’idea”.
A volte, però, ce ne dimentichiamo. Oggi, infatti, abbiamo tecnologie e software alla portata di tutti che ci permettono di inventarci di volta in volta fotografi, grafici, montatori, disegnatori, cuochi, barman, musicisti, personal trainer e mille altre professioni. Canta Francesco Gabbani in “Software”:
“Ho fatto una foto ad una foto di mia nonna
Umile famiglia neppure bella donna
Ho aperto Photoshop e ho fatto clic
In un battibaleno è diventata chic
Ora mi sento un fotografo e
Se ti sposi a breve ti fotografo anche te”
Eh sì. E’ davvero molto facile avviare un programma, fare clic e ottenere un buon risultato. Non c’è che dire. Così come disegnare un logo, impostare una locandina, pubblicare un video o qualche post d’effetto sui social. Siamo tutti in grado di fare tutto…
Ma c’è un però.
Un piccolo, grosso però.
Serve un’idea.
E questa deve inevitabilmente provenire dalla nostra inventiva, creatività e intraprendenza. Le macchine, i programmi i software possono aiutarci, addirittura stimolarci – certo, ma si tratta pur sempre e solamente di elaborazioni di elementi già conosciuti. Alla base di tutto serve sempre lo spunto vitale, l’elemento umano e identitario, l’esplosione di originalità e novità che ci coglie di sorpresa, la classica lampadina che si accende – per dirla ancora con le parole di Gabbani:
“Se hai un software? It’s easy to do
Rimango dell’idea che serva un’idea
Software, it’s easy to do
Rimango dell’idea che serva un’idea
Lampadina, lampadina, lampadina accenditi”
Perfino l’amore, racconta il cantautore all’interno della seconda strofa, oggi è delegato spesso a strumenti informatici – app di incontri, relazioni virtuali, piattaforme online – che hanno ridotto il brivido dell’incontro, la scoperta di persona, la passione “dal vivo”.
Insomma, abbiamo bisogno di creatività.
Al giorno d’oggi le competenze sono più alla portata di tutti – e non è affatto un male, anzi – ma dobbiamo ricordarci sempre che alla base di qualsiasi programma, di qualsiasi app o dispositivo, di qualsiasi opera tecnica, di qualsiasi prodotto creativo o lavorativo, c’è sempre un’”invenzione” umana che, in quanto tale, merita il giusto riconoscimento,
Solo l’unione delle diverse competenze – creative e tecniche – permette il successo di un progetto, quindi è necessario conferire sempre il giusto valore all’idea, quello spunto creativo e vitale che ci contraddistingue come uomini e che più ci avvicina alla trascendenza.
Perché in principio c’è e ci sarà sempre un’idea.